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martedì 21 luglio 2015

Figlio Piccione

Il presente post è pura invenzione del presente blogger, non vi è alcun riferimento a persone o a fatti realmente accaduti. Solo critica della società attraverso la mia fervida immaginazione.



Vagabondo me ne vò in giro per la città attendendo che qualche turista faccia cadere una briciola di focaccia. 

Girovago tra le strade con il mio buffo passo, i bambini mi chiamano ratto volante. 

In realtà sono un piccione e il cielo è la mia strada. 

Passo da una gargolla ad un’altra insieme ai miei compagni. Siamo i comunisti dei rifiuti e degli aperitivi lasciati a metà. 

Il mio compagno sulla destra tenta una copula con la picciona più bella, ma io son attirato da ben altro incanto. 

In mezzo alla piazza il venditore di grano ne dà una manciata ad un ragazzo. 

Mi avvicino quatto quatto e con cautela scruto i movimenti dello spaventapasseri vivente. 

Prendo coraggio e spero nella sua bontà. 

Un po’ di granoturco non si nega nemmeno ad un uccellaccio come son io.  

Il cibo è gradevole ed il ragazzo mi accarezza. 

Ma da un momento all’altro mi prende per le gambe e mi scaraventa in un cestino. 

Rimango li fermo, il cuore a mille, non so che fare. L’ala destra mi fa male, ma l’istinto è forte e riprendo il volo tra le risa di chi non so. 

Mi seggo su una sedia poco più avanti, l’ala mi duole, forse è rotta, le mie ossa sono piccole e leggere per facilitarmi nel volo ed assai fragili.  

La sera si avvicina, mi accascio in un viale, ora sembro davvero un ratto con le piume, sporco di polvere e di coriandoli ingialliti. 

La notte è ormai vicina e il netturbino mi raccoglie con la pala. 

Addio al grano e al cielo.

 Con le risa ancora in testa me ne vado per sempre.

 Il camion dei rifiuti inizia a pressare il suo contenuto. 

 Nemmeno un saluto alle stelle.


Art. 544-ter c.p.: “Chiunque per crudeltà o senza necessità cagiona una lesione ad un animale ovvero lo sottopone a sevizie o a comportamenti o fatiche o a lavori insopportabili per le sue caratteristiche etologiche è punito con la reclusione da 3 mesi a 18 mesi o con la multa da 5.000 a 30.000 euro […]

L'amore è una questione di social

Il presente post è pura invenzione del presente blogger, non vi è alcun riferimento a persone o a fatti realmente accaduti. Solo critica della società attraverso la mia fervida immaginazione. 



Nella mia breve carriera da praticante ho seguito diverse separazioni coniugali. Ed ogni volta, davanti al Presidente del Tribunale, ho avuto  la medesima terribile sensazione di incredulità . 

Le coppie si lasciano per i motivi più svariati. 

Tradimenti, incomprensioni caratteriali, ancora tradimenti, incomprensioni caratteriali dovute a tradimenti. 

Ma non è questo che mi colpisce, nemmeno le continue guerre per 50 euro in più o in meno. 

E’ l’assoluta estraneità che i coniugi manifestano uno di fianco all'altra. 

Che sia passato un anno o 5 o 25 la cosa non cambia. 

Li osservo e li immagino innamorati, la prima notte di nozze e ancora gli anni di fidanzamento. Il ti amo sotto le coperte e quello nei momenti più difficili, poi i litigi, il riappacificarsi, crescere i figli, provare ad averne, cadere insieme per poi rialzarsi. 

Tutto sparito in una coltre di indifferenza. Totale e terribilmente palpabile. 

Così incredibilmente interessati a cancellare il coniuge da Facebook che a provare dolore. Questo il loro primo pensiero, iconoclasti dei sentimenti. Non il dolore per aver perso l’amore, una persona su cui fare affidamento. Non la voglia di ricominciare a vivere e ricrearsi un futuro. 

Ora devo andare il mio cane mi aspetta con la pancia all’aria, vuole essere accarezzata. 


Se domani litigheremo non avrà social network da cui cancellarmi...è un problema di polpastrelli, proprio non ce la fa ad utilizzare quel maledetto computer. 

martedì 14 luglio 2015

Asterix e la pozione magica

Persone, fatti, cose, cani, universalità di mobili, tutto frutto dell'immaginazione del presente blogger, e della sua mente obnubilata da migliaia di pagine di Torrente-Schlesinger. 



Va tutto troppo veloce, troppe informazioni, troppe cose da fare, troppi tweet da leggere ed eventi Facebook a cui partecipare. Per non parlare della fidanzata, del cane e di quelle 3.400 pagine da preparare per l’esame orale. 

I 36 gradi celsius incombono su di noi. 

Va bene è ora di andare a comprare il Supradyn, mi avvicino alla cassa…è di fianco al nuovo marchingegno della Durex e alle dentiere. 

Leggo i componenti: Glucammato, infoiato di sodio, coloranti, minerali ammerda…paraffina. Ed è qui che mi blocco. Ma la paraffina non viene utilizzata dai surfisti per le loro tavole? Troppe informazioni. Troppa stanchezza. Decido di rendere il mio esofago degno di quello di Patrick Swayze in point break e compro il portentoso integratore. 

Lo inghiotto subito, oggi mi tocca un mega ripasso. Non posso deludere l’unica persona che si è degnata di cagarmi nelle ultime settimane, che ha deciso di interrogarmi e di sostenermi. 

Arrivo a casa di Geppa. Il cuore inizia ad accelerare, troppo, come quando bevo il caffè…la paraffina inizia a fare effetto. 

Il cane viene a farmi le feste e io preso dall’estasi minerale mi lancio sul prato con lui. Il labrador ora sembra intimorito, inizia a scappare. Parto all’inseguimento sotto gli occhi attoniti di Geppa. Miluuuuuu vieni qui cagnetta malefica fatti accarezzare, gli occhi iniettati di sangue e amore cinofilo amplificato dall’integratore alimentare. 

MILUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUU 

La serata continua alla grande, sbiascico con la velocità di un dragster una cosa come 200 pagine senza rendermene conto. 

Geppa ha la bava alla bocca. 

Il cane è rimasto in giardino in un angolo ancora sconvolto. 

Rientrano i genitori di Geppa. 

Mi lancio sull’uscio di casa buttando giù una sedia. Inizio a farfugliare loro un non precisato discorso circa lo spirito di liberalità della donazione e del fatto che, per assonanza, di libertà in europa ne è rimasta ben poca, e che #Tsipras (e prima del nome faccio un segno con le dita a mò di hashtag) dovrebbe fare "a fette la Berkel"…mi autocompiaccio della splendida battuta (la Berkel è la più nota marca di affettatrici N.D.R.) , faccio il segno di spolverarmi la forfora dalla spalla e rido in modo eccessivo creando un disdicevole eco nel salotto. 

Inizio a chiedermi dove cazzo mi stia trovando in quel momento. 

Mi accomiato. Bacio la madre di Geppa in modo troppo deciso per essere la prima volta che la vedo e me ne vado ringraziando e facendo il segno della pace. 
Arrivo a casa, l’effetto del Supradyn è ormai esaurito. Ripenso alla mia giornata vissuta da overdose di sali minerali. La mia cagnolina sente ancora l’odore dell’adrenalina…si avvicina e mi si appoggia sul fianco, come sempre fa per calmarmi. 

La guardo: “Sto impazzendo eh piccola mia?”. 

Si gira verso di me:” Non saprei...ma poi Patrick Swayze non era quello di Ghost?"