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sabato 31 ottobre 2015

Errores in iudicando

Corre il cervello corre, senza sosta alcuna.
Domande che impazzano. Errori loro. Errori miei. Si saltella tra la tristezza di silenzi e colpi di genio derivanti dallo spirito di sopravvivenza.  

Non è una questione di vincere o perdere ma di futuro e di vita. Si soffre, spesso. Si ride, spesso.
Siete i binari che governano le vite di chi avete davanti.

Il treno ha cambiato la sua direzione. Dalle finestre scorrono gli anni di Pavia, le mie prime donne, università vecchio stampo con antiche biblioteche. 

Correvo verso casa, con il libretto in mano, finalmente avevo superato privato. Una cravatta a pois il cui retro nascondeva una pin up meravigliosa. Ero felice per quel barlume di speranza, non potevo ancora crederci. 
Ma oggi non si corre da nessuna parte, imbrigliato in un sistema che non lascia scampo.
Arriva il controllore, mi chiede il biglietto. 1,2,3. Lo pinza e si sistema il cappello. 

"Quanto manca?"

"Dipende"

"Da cosa?" 


"È ovvio, da quale sarà la tua fermata".