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lunedì 30 giugno 2014

Voce del verbo godere.

Ciao Luca, come va? 

Ormai sui circa 100 messaggi ricevuti ogni giorno un buon 90% inizia con questa frase. Chi per sapere se mi sono ripreso dalla bocciatura. Chi per farsi un po’ i cazzi miei. Chi perché ormai la nostra cultura è stata completamente fagocitata dagli anglosassoni con il loro "Hi,How are u?”

A shit motherfucker, a fucking shit. Vorrei rispondere.

Ma di solito rispondo con un inaspettato “me la godo”, cosa che crea stupore nell’astante virtuale che rimane spesso e volentieri stizzito e sorpreso. Probabilmente vorrebbe sentirmi dire che mi sto strappando i sempre folti peli dal culo. Che sono disperato perché non me ne va bene nemmeno una. Perché sapete bene cosa è successo dopo 8 anni, perché sono stato bocciato all’esame più importante della mia vita e perché probabilmente morirò sotto uno schiacciasassi nell’arco di qualche mese coronando un fantastico 2014. Eppure una parte di me veramente se la gode. Se la gode perché ho conosciuto moltissima gente stupenda negli ultimi mesi con cui poter studiare e divertirmi. Perché mi sono ritagliato degli spazi che credevo perduti. Perché in fondo ripassare tutto civile mi ha fatto venire voglia di creare questo blog, perché amo scrivere quanto disegnare e sparare cazzate (a proposito a breve ci sarà la sezione fumettistica…ci sto lavorando da…26 anni circa). 
Sarebbe così bello poter sentir dire:

BENE ORA CE LA GODIAMO CON TE LUCA. E invece cosa sento?

Luca, hai sbagliato. Non dovevi lasciare lo studio legale per studiare (è che loro pensano che sia a casa a farmi i cazzi miei giocando alla playstation)
Luca, hai sbagliato. Non dovevi scriverle. 
Luca, hai sbagliato. Non dovevi iniziare dal Torrente…è troppo vasto.
Luca, hai sbagliato. Non dovevi iniziare dal Simone…è troppo blando (effiga)
Luca, hai sbagliato. Dovevi già iniziare a mandare curricula qualche anno fa.
Luca, hai sbagliato. Dovevi fare gli schemi del capitolo sulla sostituzione fedecommissaria (grazie Fede ora me la ricordo). 

A proposito di fedecommesso, ho un nuovissimo interrogativo (e che mi verrà spiegato o via sms o tramite Facebook, qui nessuno osa e non capisco il perché): che differenza c’è tra la fedecommissaria e quella ordinaria.

A tutti questi interrogativi però c’è una risposta che diede un antico saggio molti secoli fa: 


SE LA MONTAGNA NON VA A MAOMETTO…MAOMETTO VA IN SPAGNA.  

domenica 29 giugno 2014

IL NULLAAAAAAA

Oggi ci addentriamo (io e il mio amico immaginario) nei meandri delle successioni MORTIS CAUSA (da leggere con voce fantozziana) con legati e contro legati annessi. 
Ed è qui che mi blocco. 
Solitamente per capire un istituto o un concetto devo necessariamente creare con la mia mente un esempio, anche assurdo. Un pò come fanno i bambini. Proprio ieri, infatti, per ricordarmi l’istituto della sostituzione fedecommissaria mi sono immaginato una mia vecchia amica di nome Federica vestita da poliziotta. Si beh, io faccio così ma sono sicuro saremo in molti. 

Swoosh. 

Ma oggi mi sono trovato veramente in un baratro mentale, la mia immaginazione era completamente svanita…per citare il film Neverending story (A AAA AAA AAA) mi sono sentito come il bambinello indiano che cavalcava Falcor (il drago con la faccia da cane)…avevo paura, intorno a me c’era il NULLA. Lui inghiottiva la mia creatività concetto dopo concetto. Il problema è sorto quando mi sono trovato davanti il famigerato "legato in sostituzione di legittima”…
Tra me e me penso, ok Luca nessun problema. Il nome te lo puoi o imparare a memoria o tatuare su una coscia. No la coscia non va bene poi devo alzare ogni volta il pantalone, facciamo sulla mano…non va bene nemmeno li, poi si vede. A quel punto mi sono ricordato il metodo più efficace per poter copiare all’esame di stato, andare in bagno. Ok, so dove poterlo tatuare. 
Il secondo ostacolo, ancora più complesso è cercare di creare un esempietto con i classici nomi Tizio, Caio, Sempronio e Marone (quest'ultimo è il quarto soggetto giuridico fittizio che ho inventato il primo anno di università grazie agli studi di diritto romano, mi accompagna da ormai 11 anni. è successivamente diventato anche padre di due gemelle Porzia e Bucca. Vabbè.) in modo da poter ricordare il concetto. 
Ebbene l’istituto testè richiamato sussiste nel caso in cui ad un legittimario viene lasciato un legato in sostituzione della legittima: questi potrà rinunciare al legato e chiedere la legittima a lui spettante ex lege, ovvero, in alternativa, potrà conseguire il legato perdendo, tuttavia, il diritto a chiedere la differenza qualora la disposizione a titolo particolare abbia un valore inferiore alla quota di legittima. Nel caso in cui accetti il legato, il beneficiato non acquista la qualità di erede, con ogni conseguenza di Legge. Ma la mia disperazione si trasforma in sconsolatezza quando, leggendo il comma 2 dell'art. 551 c.c., scopro anche un'altra figura giuridica mitologica scomparsa dalla mia mente quando ancora a Pavia il mercoledì sera (serata universitaria) andavo a ballare (e a farmi vomitare addosso dalle mie compagne di corso) all'Ombelico (storica discoteca poi diventata un parcheggio, poi diventato un puttanaio):  il legato in conto di legittima


Falcor VIENI IN MIO SOCCORSO!

sabato 28 giugno 2014

cure parentali

Esistono dei pesci, i cosiddetti Discus (in latino Symphysodon Discus), che durante il periodo degli accoppiamenti formano coppie stabili per tutta la vita. 
La cosa però più interessante è che alla nascita dei loro avannotti i genitori si prendono cura dei piccoli attuando cure parentali. I giovani dischini infatti stando vicini al corpo del padre e della madre possono nutrirsi fino al raggiungimento della maturità sessuale. In pochi riescono a poter vedere in cattività questo spettacolo della natura. Ed io sono uno dei fortunati allevatori che è riuscito nell’impresa (giurista acquariofilo). Questa mia discussione Piero-Angelina (o angelesca?) viene dal fatto che proprio questa mattina, durante il mio studio matto e disperato del diritto di famiglia, ho riportato alla luce un principio cardine del rapporto figli genitori: il principio della bigenitorialità. Leggo che secondo tale principio un bambino ha una legittima aspirazione, ovvero un legittimo diritto, a mantenere un rapporto stabile con entrambi i genitori. Tale diritto si basa sul fatto che essere genitori è un impegno che si prende nei confronti dei figli.

E come al solito parte il confronto animale-uomo. 
Coppie stabili tutta la vita. Cure parentali. Ma è possibile che dei fottutissimi pesci (di una bellezza disarmante) siano meglio di molte coppie che vedo in tribunale che trascinano a destra e a sinistra i loro figli, increduli di quello che sta accadendo? Non parlo di Bonobo (che come documentato da esperti biologi e documentaristi (nonché da Caparezza nella canzone Bonobo Power) in realtà fanno orge notte e dì) o animali superiori, ma di colorati pinnuti la cui intelligenza è mediamente inferiore a quella di una gallina (che, come sostiene mia madre, è comunque un animale intelligente...). 
A questo punto faccio delle ricerche e scovo una sentenza della Corte Europera (lascio l'errore,troppo bello NDR) dei diritti dell’uomo (Corte Eur. Dir. Uomo, sez. II, 29 gennaio 2013 (Pres. Jočienė), Affaire Lombardo c/ Italia) in cui l’Italia veniva condannata per non avere predisposto un "sistema giuridico (e amministrativo) adeguato a tutelare il diritto inviolabile del genitore (nella specie un padre “separato”) di esercitare il naturale rapporto familiare col figlio". 

E come al solito parte il confronto: italia-resto del mondo. Ma è possibile che anche per uno dei principi cardine del diritto di famiglia l’Italia riesca comunque a rimanere indietro? Il solito paese dell’ipocrisia,penso. Dei family day indetti da puttanieri in doppio petto (pieni di stress come direbbe il Max nazionale). Beh nell’incoerenza però c’è una certa coerenza, continuo a pensare. 

Tutte queste mie considerazioni solo per farvi capire che il capitolo di diritto di famiglia è quasi terminato, a breve adozione e alimenti. 


See u soon pesciolini

venerdì 27 giugno 2014

Critiche costruttive

Oggi, come sempre, ho subito a mezzo sms, facebook e di persona (manca fax e pec) alcuni intessanti improperi, consigli e strane considerazioni, di seguito elencate:

studiare per lo scritto non serve a nulla (disse il 110 e lode con bacione in fronte e MINZIONE passato al primo colpo all'esame di abilitazione dopo aver fatto il dottorato di ricerca in diritto civile)
ti scorderai tutto
“a mio modesto parere” stai sbagliando 
Luca devi solo scrivere 
Luca non te la prendere poi tanto finirà comunque che i tuoi elaborati non verranno corretti (e mi tocco le palle)
tanto non dipende da te (vero) 
pensa a divertirti che sta arrivando l’estate
anche l’anno scorso ci hai scassato con 'sta storia di studiare ma tanto sei stato cannato lo stesso
vedrai che  'sta volta lo passi alla grande (mi ritocco) 
ma suvvia che cazzo te ne frega (si tanto non è un esame che mi cambia la vita)
pensa a scopà
blog e studio sono inconciliabili
trova un nuovo studio legale e brucia i libri (sul bruciare i libri sarei tentato) 
perché non smetti di fare il praticante e fai l’idraulico (magari) 
ciao, ho letto il tuo blog sei-simpatico-ma-la-tua-voce-dal-vivo-la-immaginavo-diversa (cioè??) 
Se continui così domani ti chiamerò avvocato (ormai sono lisce) 
Luca vaffanculo al tuo studio domenica vieni a fare il brunch (ok vengo)
un mio amico ha sostenuto l’esame 15 volte ed è impazzito (top)(penso sia anche morto di vecchiaia) 

ed infine la più bella di tutte (DIRETTAMENTE DALLE MARCHE): A LU’ C’HAI ROTTO ER CAZZO CO’ STO BLOGG DEMMERDA TANTO NUN TE LA DA’, UN 'ZA MANCO CHE ESISTI. 
Aggiungerei: ta ghe resù. 

giovedì 26 giugno 2014

Sguardi attoniti


Dopo aver concluso la mattinata lavorativa, prima di pranzare, mi accingo come ogni giorno ad intraprendere la “passeggiatina” con il cane. Mi svesto degli abiti lavorativi, metto un paio di jeans strappati,una maglia con scritte imbarazzanti ed inforco i miei occhiali da sole. Si, insomma sembro appena uscito da un aperitivo. Si parte con la scodinzolosa Nike. Malauguratamente abito in centro, non molto distante dal tribunale, covo di studi legali. Ed è in questo frangente che, ogni giorno, incrocio un collega, trafelato, sudatissimo e sicuramente incazzato perché il dominus, anche oggi, gli ha estirpato quel briciolo di autostima ricaricata durante la notte. Mi osserva con sguardo attonito, quasi incredulo, occhi rossi di stanchezza da computer e disperazione. Sta sicuramente pensando: ma questo qui che cazzo fa durante l’arco della giornata, porta a spasso il cane e va da zara a farsi un giretto?! I suoi pensieri sono così palesi che quasi mi vergogno a salutarlo. Vorrei tanto spiegargli di come quel giorno un cancelliere mi abbia letteralmente percosso (è successo), di come facendo la fila per i decreti ingiungitivi sia stato superato da innumerevoli segretarie smaliziate, di come devo-finire-quel-dannato-atto ma non ne sono in grado e comunque non posseggo il dono dell’ubiquità. Di come molto probabilmente il mio dominus starà imprecando perché non sono ancora tornato e di come l’unica praticante che mi ha aiutato alle notifiche lo ha fatto unicamente perché conosco “Dragonio”, l’avvocato più fico del Tribunale (tanto non ci sta, tiè). Alzo la mano e soavemente gli dico “s-ciao”. Penserà che sono anche dislessico.  Ognuno va per la sua strada. 

mercoledì 25 giugno 2014

Diritto di Famiglia, art. 155 quater: questo stupendo sconosciuto

Nel bel mezzo dell'articolo 155 quater c.c.  sento intonare sotto casa "O sole mio", suonato unicamente con la fisarmonica. Nei miei viaggi mentali che vanno da un articolo ad un altro mi chiedo come sarebbe stata la mia vita se fossi vissuto a Napule. Avrei mangiato sfogliatelle tutti i giorni, sarei stato sempre abbronzato e dopo lo studio ogni giorno sarei andato a fare l'unica cosa che mi interessa nella vita, pescare. Probabilmente sarei fidanzato con una magnifica donna napoletana, simpatica e che sa come farmi stare bene. Non come le nostre ragazze fatte di sola moda e blog della Ferragni (Chiara ti ho lanciato il guanto di sfida). Avremmo magari già convissuto more uxorio, felici, con la casa piena di babà. E qui allora leggo l'art. 155 quater c.c. e mi scatta il primo dubbio giuridico della giornata:  "il diritto al godimento della casa familiare viene meno nel caso che l'assegnatario non abiti o cessi di abitare stabilmente nella casa familiare o conviva more uxorio o contragga nuovo matrimonio". Ma se allora Cira (si, la mia fidanzata napoletana ha un nome di merda) è assegnataria della casa e ci lasciamo, è lei che se ne deve andare via? Ma non era assegnataria? Chiedo lumi. Non ho capito una favelas. Dannata Cira e io che ti amavo così tanto.

martedì 24 giugno 2014

Parenti serpenti

Oggi studiando una parte di diritto di famiglia ho scoperto che i fratelli sono PARENTI IN LINEA COLLATERALE. Probabilmente già al primo anno di Università avevo saltato quel paragrafo. Ma quale articolo è?

Introduction to destruction

Mancano poco più di 5 mesi allo sbarco in Normandia, l'esame di stato da avvocato. Di nuovo. Oggi si ricomincia dal Torrente capitolo 1: l'ordinamento giuridico. Seguite tutto il mio percorso tra disperazione, codici e jackrussell molesti. See u soon trainee lawyer. E che Cicerone ce la mandi buona.