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giovedì 1 gennaio 2015

Halo

La solitudine è la migliore compagna di noi stessi.

Questa estate, a settembre, a ottobre, a novembre,ieri, oggi. Fra qualche giorno ancora, ne sono certo. Non si può resistere al calore inadeguato di una persona sola. 
Lo sanno.
Solo fuochi di passione tanto intensi quanto poco duraturi.

Ogni volta è la stessa storia. Ti avvicini, senti quella scossa. Quell’attrazione impossibile da descrivere se non con parole inadeguate. 

Come attirati verso il centro del mondo, il suo e il tuo che si uniscono. 

Due mani su un piano che suonano all’unisono. 

Ma ancora soli ed uniti da sensazioni diverse che si incrociano e credono di essere sulla stessa lunghezza d’onda quando invece nulla si incastra perfettamente. 

Non sento niente. Se non aloni di emozioni.

Sentirsi soli anche in quel momento.

La mia migliore compagna è sempre li ed è contenta nel vedermi così. Sa di essere l’unica, ed è gelosa e mi vuole per sé. 

Beh sono stufo. 
Sono le 5.30 di mattina. La città è deserta, qualche sudamericano ubriaco tiene compagnia ai pochi lampioni ancora accesi. 
Prendo l’auto e mi dirigo verso il punto più alto della città, fa un freddo cane. Esco.  Due innamorati mi guardano straniti, sono fuori da tutta la notte, hanno deciso di concludere romanticamente l’epopea di una serata come tutte le altre. 
Sono io lo strano. Normale.
Un ragazzo da solo fermo che osserva la città e il suo fiammeggiare. Però si avvicinano e iniziano a scattare foto ed io con loro. Sento la loro unione, si dirama verso di me. Vanno via. La ragazza gli sorride. Bisbiglia facendosi sentire :”mmmh che silenzio”. 
Ora sorrido anche io.
E me ne rendo conto solo in quel momento che mi sto comportando come un coglione. Prendersi sul serio…ciò contro cui ho sempre lottato. 
Mi arriva il messaggio di un amico che non sentivo da 5 anni, il mio più grande amico, anche se lui non lo saprà mai. 
“Ciao cagna, tanti auguri, ho saputo tutto. Passa a trovarmi”.

Che freddo magnifico.

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